Rapporto
di sintesi delle esperienze degli insegnanti e degli studenti
visitatori sulla loro preparazione ed insegnamento della matematica
in scuole dei Paesi partrner.
di
Leo
Rogers, Project Evaluator
Introduzione
PARTE
I – Preparativi prima degli scambi degli insegnanti/studenti
1.
Gestione
2.
Corso di preparazione linguistica
3.
Fase transitoria e contatti con gli insegnanti ospitanti
PARTE
II – La visita, l’insegnamento e le esperienze
1.
Preparativi, osservazione ed insegnamento nel Paese ospitante
2. Modelli di insegnamento
osservati nel Paese ospitante
3.
Insegnamento della matematica
4.
Utilizzo dei libri di testo e di esercizi
PARTE
III – Riflessioni e suggerimenti da parte degli studenti e
degli insegnanti
1.
Curriculum ed osservazioni
2.
Organizzazione del lavoro pratico
3.
Uso della lingua in classe
4.
Preparazione della lezione e cambiamenti: adattamento alle pratiche
del Paese ospitante
5.
Utilizzo di attrezzature
6.
Osservazioni e suggerimenti conclusivi dei partecipanti
7.
Osservazioni e suggerimenti finali da parte degli studenti
Introduzione
Il
presente report è una collazione e sintesi di report separati
presentati dai dieci insegnanti in servizio ed insegnanti in
formazione (studenti), che hanno preso parte agli scambi ed hanno
insegnato in una lingua straniera in scuole dei cinque Paesi partner.
Il
report contiene anche una sintesi delle interviste
fatte da membri dei team di progetto agli insegnanti ed agli studenti
al loro ritorno dal Paese ospitante.
I
dettagli amministrativi ed organizzativi relativi alla
gestione globale ed ai preparativi da parte dei singoli partner
possono essere trovati nella parte principale della documentazione
finale del progetto.
Questo
report è organizzato in tre parti: Preparazione nelle proprie
istituzioni; Accoglienza, osservazione ed insegnamento nelle scuole
dei Paesi partner; Riflessione e suggerimenti dopo il ritorno.
PARTE
I – Preparativi prima degli scambi degli insegnanti/studenti
1.
Gestione
Preparazione generale
prima della visita
I
partner hanno fatto un grande sforzo per fornire una preparazione
pratica ed un adeguato supporto linguistico prima delle visite di
scambio. Vi sono state, comunque, delle variazioni importanti nella
formazione pre-visita che è stato possibile fornire a causa di
difficoltà di organizzazione del calendario, inerzie
istituzionali ed i normali impegni di studenti e docenti. Vi è
stato, da parte degli studenti e degli insegnanti, un apprezzamento
universale ed una soddisfazione generale per i programmi di
preparazione loro forniti.
Preoccupazioni
prima della visita
Una
aspettativa naturale degli studenti era che, trovandosi in una
situazione nuova, le relazioni fra loro stessi, l’insegnante
della classe e gli alunni sarebbero potuto essere meno rilassate di
quelle cui erano abituati. C’erano ansietà anche
riguardo alla progettazione ed attuazione dell’insegnamento. Di
fatto, in generale, questo è risultato
non essere il caso. Tutti i partecipanti hanno riferito che le
relazioni pre-visita con i loro colleghi ospitanti sono state molto
piacevoli produttive.
2.
Corso di preparazione linguistica
Nella
Repubblica Ceca, per esempio, un corso sull’insegnamento della
matematica in una lingua straniera è una parte standard del
curriculum, mentre in altri Paesi si sono dovute prendere delle
misure speciali per programmare un’analoga offerta formativa.
Organizzare un corso di formazione linguistica specificamente
dedicata all’insegnamento della matematica con un breve
pre-avviso ha causato molte difficoltà organizzative ed
istituzionali. Mentre, da una parte, è stato possibile
organizzare un tale insegnamento in Italia, gli altri partner non
sono stati così fortunati.
Probabilmente,
i più fortunati sono stati gli studenti francesi che hanno
potuto visitare il “Liceo Leonardo da Vinci” a Parigi,
dove hanno osservato alcune lezioni di II
Media ed hanno
avuto la possibilità di parlare con insegnanti del Liceo
riguardo all’insegnamento ed all’organizzazione della
classe. Uno degli insegnanti ha fornito un utile supplemento
francese-italiano alla lista della ‘cassetta degli attrezzi’
che era già stata fornita dal team di formatori. I visitatori
francesi sono stati anche introdotti ai tipici libri di testo
italiani ed hanno avuto la possibilità di apprezzare alcune
delle differenze nel linguaggio tecnico e nelle notazioni matematiche
implicate nella preparazione nell’argomento da insegnare da
loro scelto. Tramite questa esperienza essi si sono preparati alla
visita all’Istituto Santa Caterina a Pisa.
In
Italia, la prima insegnante che ha visitato l’Austria ha potuto
seguire, all’Università di Pisa, un corso per
l’insegnamento della matematica in una lingua straniera e,
contemporaneamente, un corso di rafforzamento della lingua tedesca.
Invece,
a causa di problemi sorti all’ultimo minuto, si è dovuto
trovare una sostituta per la seconda insegnante ed il lavoro di
questa sostituta è stato preparato sulla base di sue
precedenti esperienze e di discussioni con il
coordinatore (italiano) del progetto. Fortunatamente, lei aveva
l’esperienza di quasi venti anni di insegnamento dell’italiano
in una scuola tedesca, cosa che le dava una conoscenza della lingua
tedesca, sia a livello orale che scritto, sufficientemente buona per
fornirle una base sicura per la comunicazione nell’aula. Mentre
la sua conoscenza della matematica poteva essere modesta, la sua
conoscenza della lingua le consentiva di gestire perfettamente il suo
insegnamento e, dopo un utile scambio di e-mails con l’insegnante
che la ospitava, ha potuto organizzare la propria attività di
insegnamento.
Vi
sono stati molti esempi, citati dai partner, di studenti che hanno
trovato il tempo di collaborare nell’apprendimento e nella
pratica della lingua del Paese ospitante
e di fare una presentazione delle proprie unità didattiche
prima delle visite.
3.
Fase transitoria
e contatti con gli insegnanti ospitanti
In
tutti i casi, i
contatti con gli insegnanti ospitanti sono stati molto amichevoli e
ricchi di informazioni. Gli insegnanti ospitanti hanno trovato
l’alloggio, hanno aiutato per i mezzi di trasporto, inviato
orari, documenti sui curricoli ed informazioni sui loro alunni. Gli
orari e la programmazione delle lezioni sono stati preparati
congiuntamente dagli insegnanti che visitavano e da quelli che
ospitavano.
La
buona volontà e la disponibilità degli insegnanti
ospitanti, che hanno collaborato durante
ciascuna visita, ha rappresentato un contributo vitale alla serenità
degli insegnanti visitatori.
PARTE
II - La visita, l’insegnamento e le esperienze
1.
Preparativi, osservazione ed insegnamento nel Paese ospitante
Tutti
i visitatori hanno riferito che i loro ospiti hanno dato loro un
grande aiuto, hanno
organizzato i materiali necessari per le lezioni e non hanno imposto
i propri punti di vista riguardo alle metodologie didattiche; ma,
anzi, hanno aiutato i visitatori a comprendere il loro modo di
insegnare e le abitudini ed attese riguardo alla preparazione ed
organizzazione delle lezioni.
In
alcune circostanze vi sono stati problemi di comunicazione poiché
l’insegnante ospitante non era sempre disponibile, a causa di
sovrapposizioni di orario di lezione del visitatore e dell’ospitante,
e si è dovuto risolvere questi problemi fuori dell’orario
di insegnamento.
Organizzazione
della scuola e
curricolare
Come
sottolineato precedentemente, delle differenze nelle aspettative,
nell’organizzazione scolastica e della classe
ed esigenze curricolari erano facilmente da prevedere. I visitatori
si sono chiaramente sentiti a maggiore agio quando hanno trovato
condizioni e convenzioni simili a quelle cui erano abituate nelle
proprie scuole; d’altra parte, queste differenze li ha fatti
riflettere sui propri pre-concetti riguardo all’educazione.
Quando
gli alunni si sono abituati ai modi in cui un determinato insegnante
si rivolge a loro od alle convenzioni della scuola (come l’alzarsi
in piedi quando un insegnante entra in classe
o muoversi per l’aula senza chiedere il permesso) non è
sorprendente che i visitatori hanno avuto bisogno di tempo per
adattarsi a queste differenze.
Il pensare che la stessa
organizzazione di classe fosse diffuso in tutta una data scuola è
stato subito messo da parte ed è stato chiaro che
l’insegnamento nella classe intera o nel gruppo dovesse essere
adottato in funzione dei gruppi di età o per ragioni diverse.
Inoltre, l’organizzazione di classi eterogenee a livello di
abilità ha rappresentato per gli insegnanti visitatori un tipo
di sfida assolutamente nuovo.
Un
problema frequente (non importa se nel proprio Paese od in un altro)
è stato rappresentato dal fatto che i visitatori non hanno
completato tutti gli aspetti delle loro programmazioni didattiche con
gli alunni della scuola ospitante. In un caso, i visitatori hanno
deciso di cambiare completamente i loro piani ed adottare il lavoro
di gruppo invece dell’insegnamento alla classe intera,
cosa che hanno sostenuto in maniera forte dando agli alunni compiti
diversi ed aiutandoli individualmente. In questo caso, ciò è
stato possibile solo perché vi erano due persone che
lavoravano insieme nella classe.
Il
contrasto e la sfida più rilevanti segnalati dai visitatori è
stato quello fra il sistema scolastico danese e quello austriaco.
Hanno detto che le scuole sembravano così differenti che hanno
detto che non era possibile confrontare la scuola di
Skårup con qualunque scuola in Austria. E’ stato anche
detto che un insegnante austriaco non è preparato a gestire
quel tipo di alunni che necessitano di un sostegno speciale, come
trovato nella classe danese. Questo shock culturale è stato
soprattutto manifestato dai visitatori austriaci che non erano
abituati a gestire classi di alunni con abilità diverse, che
richiedevano un cambiamento radicale negli stili didattici. Questa
situazione problematica non era stata anticipata prima della visita e
gli insegnanti in formazione hanno avuto alcune difficoltà ad
adattarsi alla situazione.
In
generale, l’atmosfera nelle classi è stata positiva e
produttiva; la maggior parte degli alunni ha lavorato ed ha provato a
prendere parte alle attività.
2.
Modelli di
insegnamento osservati nel Paese ospitante
a)
Organizzazione generale
Gli
insegnanti ospitanti sono stati molto bravi ad organizzare le
lezioni, ad usare la terminologia matematica ed a spiegare le cose
agli alunni. Molte delle lezioni oggetto di osservazione sono
sembrate essere svolte più o meno secondo lo stesso schema.
b)
Le azioni
guidate dall’insegnante
Dalla
maggioranza delle osservazioni è sembrato che il modo
principale di organizzare l’insegnamento sia stato nella forma
di lavoro rivolto all’intera classe e guidato dall’insegnante,
dove l’attenzione è sull’insegnante e su ciò
che accade alla lavagna.
Lo schema generale è
stato:
verificare il lavoro per
casa
lavorare sugli esercizi
con poca richiesta di ragionamento autonomo
assegnare i compiti per
casa.
In
questo modello l’insegnante sta in piedi alla lavagna,
possibilmente insieme ad un alunno ‘bravo’ che può
essere lo stesso durante l’intera lezione. Non è stato
osservato alcun lavoro autonomo da parte degli alunni.
c)
Lezioni guidate
dall’insegnante
Qui
lo schema è stato simile a sopra, ma gli alunni sono stati
coinvolti perché l’insegnante li ha invitati a
rispondere alle domande ed a venire alla lavagna a fare i calcoli.
d)
Lezioni
organizzate dall’insegnante: lavoro di gruppo ed individuale
E’
stato osservato un misto di insegnamento per l’intera classe e
di lavoro individuale, con lavoro di gruppo occasionale; ma non al
punto in cui il lavoro individuale e di gruppo sono utilizzati di
solito, ad esempio, in Danimarca.
e)
Utilizzo di
materiali, attrezzature e risorse didattiche da parte degli
insegnanti ospitanti
A
parte il frequente uso della lavagna, di solito in modo sistematico,
mostrando i problemi, i calcoli e le formule in modo chiaro e
leggibile, non è stato praticamente menzionato l’utilizzo
di alcuna altra attrezzatura.
Sembra
ci sia stata una sola
occasione quando un insegnante ha fatto uso di una lavagna luminosa.
f)
Attività
pratiche
Sono
state riportate pochissime osservazioni su attività pratiche,
anche se ve ne possono essere state ben di più, e, poiché
gli insegnanti ospitanti hanno dato una mano ai visitatori nelle
attività pratiche, supponiamo che gli insegnanti hanno
lavorato a volte in questo modo.
g)
Insegnanti che
insegnano altre materie
Una
caratteristica significativa degli insegnanti italiani è che
insegnano non solo matematica, ma altre materie scientifiche come
fisica, chimica e
biologia. Questo potrebbe essere considerato utile per molte ragioni,
come il potere mostrare esempi di applicazioni pratiche della
matematica in altre aree disciplinari.
3.
Insegnamento
della matematica
Gli
insegnanti visitatori hanno scoperto che, nonostante l’idea
comune che la matematica è la ‘stessa’ ovunque, vi
sono sottili differenze nei termini utilizzati e, in maniera
significativa, la lingua di insegnamento della matematica non è
la stessa in tutti i Paesi. Questo porta ad insospettate differenze
nella comprensione di alcuni concetti matematici.
Vi
sono state molti esempi di differenze inaspettate nelle convenzioni
di classe che hanno inciso sulla presentazione di problemi ed
esercizi pratici. Differenze nelle notazioni fra il lavoro preparato
e ciò che era
usuale nella classe ospitante o si trovava nel libro di testo,
nell’orientazione ed indicazioni dei diagrammi sono stati
tipici problemi quotidiani che i visitatori hanno dovuto affrontare.
I visitatori hanno dovuto
imparare a pensare ‘su due piedi’ ed ad adattarsi a
differenti situazioni e, in molti casi, gli alunni sono stati di
grande aiuto ed hanno voluto collaborare. Questo è avvenuto
soprattutto durante la presentazione di esercizi pratici.
4.
Utilizzo dei
libri di testo e di esercizi
In
alcuni Paesi è
un’abitudine che gli alunni, durante la lezione, scrivano
appunti ed esempi sui loro libri di esercizi;o in altre situazioni i
libri di testo sono usati come riferimento durante la discussione
sulla lezione e sono allora utilizzati per il lavoro a casa o fuori
della classe. E’ stata osservata una notevole variazione di
queste possibilità.
Un
visitatore ha commentato che gli insegnanti spesso hanno dato
esercizi da completare per la lezione successiva. Nella maggior parte
dei casi il libro di testo fornisce la risposta all’esercizio,
così sta agli alunni trovare un metodo risolutivo.
Schema e presentazione
dei libri di testo
Fatto
interessante, i libri di testo hanno mostrato certe caratteristiche
nazionali. La configurazione e lo
schema generale è piuttosto differente, ed il testo sulle
pagine è più denso in alcuni in confronto ad altri.
In
un libro di testo francese, l’argomento è presentato
tramite una scoperta guidata e l’attenzione è posta
sull’autonomia degli alunni. Ci sono più cose da fare,
compreso l’uso del software Cabri, e ci sono meno esercizi.
Nel
libro di testo usato nella propria scuola da uno degli studenti
cechi, il capitolo su Pitagora inizia col teorema e poi ci sono molti
esercizi. Lo studente ha evidenziato come gli alunni abbiano
preferito la parte che
porta alla scoperta del libro francese e meno esercizi.
In
un libro di testo austriaco, la parte teorica di ciascun argomento è
molto breve, con il concetto principale in un riquadro; l’alunno
può ottenere dagli esercizi altri concetti correlati. Questa è
una differenza rispetto ai tipici libri di testo italiani.
PARTE
III - Riflessioni e suggerimenti da parte degli studenti e degli
insegnanti
1.
Curriculum ed
osservazione
I
visitatori hanno insistito sulla necessità di conoscere bene
il Paese ed i curricoli della scuola locale ed hanno apprezzato di
aver avuto l’opportunità di fare una essenziale attività
di osservazione prima delle proprie lezioni. Il tempo a disposizione
per l’osservazione in classe è stato estremamente utile
per tutti i visitatori, sia pure limitato dall’orario della
scuola ospitante ed il numero di ore a disposizione per osservare le
classi. Diversi visitatori pensavano
che non vi sarebbe stato alcun problema con la matematica, ma hanno
subito scoperto le molte difficoltà che sono già state
messe in evidenza. In alcune classi osservate, l’insegnante non
ha fatto uso di alcuna scrittura matematica formale, la maggior parte
delle idee sono state descritte con un linguaggio informale.
L’insegnamento
da parte degli insegnanti visitatori nel Paese ospitante
I
visitatori hanno dovuto imparare a gestire il conflitto fra una
progettazione della lezione preparata con cura e la situazione reale
della lezione.
Per esempio:
“Ho
dovuto costruire tutto per aiutare gli alunni a capire quello che
volevo che facessero. Penso che il problema non sia stata la lingua,
ma il fatto che loro fossero abituati ad una procedura in cui
l’insegnante gli diceva veramente tutto”.
“Gli
alunni non prestavano sufficiente attenzione alle mie consegne, che
possono non essere state così chiare e semplici come le
consegne del loro insegnante. Nel mio insegnamento sono abituato a
dare una certa autonomia agli alunni.”
Consuetudini,
abitudini ed attese
Vi
sono grandi differenze nell’approccio all’insegnamento in
Paesi differenti, adottato od attraverso tradizioni culturali
accettate, organizzazione istituzionale individuale o attraverso
politiche governative.
L’atto di insegnare è uno stile idiosincratico personale
che può essere, oppure no, nutrito da influenze di tradizione
o politica. Inoltre, gli insegnanti in formazione è ben noto
che sono influenzati dai ‘modelli di ruolo’ di cui hanno
avuto esperienza quando loro stessi erano studenti, così non è
stato sorprendente trovare molte osservazioni da parte dei visitatori
su come fosse differente la ‘cultura d’insegnamento’
in altri Paesi e, ancora, su come ‘la struttura non era così
rigida e fuori moda come avevamo pensato’ e su come, una volta
assuefatti alla situazione, i visitatori siano diventati più
rilassati.
Sono
stati sperimentati la presentazione di una lezione ‘dalla
lavagna’ così come, al contrario, l’organizzazione
di gruppi di alunni in unità di studio autonomo, ed in alcuni
casi i visitatori hanno trovato difficoltà ad adattarsi.
Altre differenze, come il numero di esercizi dati agli alunni in un
dato momento, può essere dipeso forse da situazioni non
percepite dai visitatori, come un esame vicino o la necessità
di mettere in pratica una tecnica particolare.
Le
attese riguardo al comportamento
degli alunni ha
provocato alcuni commenti interessanti.
Alcuni
visitatori sono rimasti sorpresi dalla ‘libertà’
degli alunni ospitanti, quando potevano, entro limiti ragionevoli,
alzarsi, muoversi per l’aula e parlare fra loro, ma
hanno condiviso un’atmosfera calma, dove gli alunni si sono
sentiti liberi di fare la loro parte e fare domande. In un diverso
Paese, gli alunni si alzavano quando l’insegnante entrava in
aula e non si sedevano finché non gli veniva detto.
I
visitatori hanno manifestato sorpresa per il fatto che gli alunni
nelle classi ospitanti erano molto simili a quelli nelle proprie
classi e che erano molto disposti a collaborare e svolgere
le attività e gli esercizi assegnati. In alcuni casi, dato
questo tipo di esperienza, è stato perfino riferito che
“insegnare matematica in una lingua straniera non è un
compito così difficile da adempiere”.
Le
attese riguardo alle abitudini
di lavoro degli
alunni hanno spesso assunto che gli alunni si sarebbero adattati.
Qui
i commenti hanno spesso contenuto la parola ‘disciplina’
e questa si riferisce sia al comportamento generale degli alunni come
gruppo che alle abitudini di lavoro individuali degli alunni.
E’
stato riferito che gli alunni, in generale, hanno lavorato in modo
più serio sui compiti assegnati, sia individualmente che
all’intera classe, quando la classe era abituata ad una
struttura organizzativa più formale. Lezioni condotte in
maniera più aperta e rilassata hanno dato l’impressione
che gli alunni non fossero abituati a concentrarsi
sulla lezione e, in un caso, osservando gli alunni è stato
notato che circa metà della classe lavorava sui compiti
assegnati, mentre gli altri sembrava facessero qualcos’altro
senza essere richiamati all’ordine, mentre quelli che non
lavoravano erano a volte ignorati.
Sono
stati fatti commenti su altre abitudini, più individuali,
per esempio se gli alunni fossero abituati di usare i quaderni od i
libri di esercizi per prendere appunti durante le lezioni e fino a
qual punto si appoggiassero sui loro libri di testo per le risposte
agli esercizi o se lavorassero piuttosto da soli per risolvere i
problemi.
Le attese rispetto ai
risultati degli alunni sono spesso state completamente diverse dalla
realtà.
In
alcuni casi il livello e le conoscenze scolastiche degli alunni sono
risultate molto più alte (o apparentemente più basse)
in confronto ad un gruppo simile nel Paese dei visitatori. In una
situazione è stato osservato che gli alunni erano molto
migliori nel calcolo mentale perché conoscevano ‘a
memoria’ le tabelline ed allo stesso modo sapevano i quadrati e
le radici quadrate. Si è pensato che questo sia accaduto
perché non facevano uso di calcolatrici.
Al
contrario, in alcuni contesti, la materia è studiata con
maggiore dettaglio ed in maniera più teorica, cosa che,
secondo i visitatori, dà agli alunni una cultura matematica di
base più solida.
I visitatori hanno espresso
qualche rammarico riguardo alla situazione nel proprio Paese, dove
spesso gli insegnanti vorrebbero che gli alunni smettessero di porre
attenzione alla soluzione per concentrarsi piuttosto sui principi
matematici in gioco.
2.
Organizzazione del lavoro pratico
Gli
alunni non abituati al lavoro pratico sono rimasti spesso
disorientati riguardo a come cominciare l’attività. Se
non erano abituati a lavorare in maniera autonoma, hanno avuto
bisogno di suggerimenti o perfino di una dimostrazione,
e la destrezza manuale ha rappresentato a volte un fattore di
inibizione. Perfino semplici costruzioni, come la divisione di un
angolo, sono state un problema per alcuni alunni. Alcuni esercizi
sono sembrati essere troppo difficili per gli alunni e gli insegnanti
visitatori hanno avuto bisogno di molto più tempo per la
spiegazione. Il problema non è stato la lingua, ma la loro
carenza di cultura matematica di base.
Gli
insegnanti che hanno voluto utilizzare attività pratiche come
parte della presentazione di una lezione incontrano delle difficoltà
in più quando usano una lingua straniera. Ciò che è
consuetudine in un Paese, può non esserlo in un altro.
Tipicamente, la geometria!
Ed in questo caso il Teorema di Pitagora ha causato problemi
particolari. Alcune delle difficoltà incontrate sono state:
serve sempre più
tempo del previsto
le
consegne devono essere enunciate
chiaramente, per scritto
è importante
mostrare l’attività prima che gli alunni inizino a
lavorare
occorre seguire il
processo lentamente, passo passo
tutte le attrezzature ed
accessori devono essere facilmente accessibili
bisogna
essere preparati a proporre spiegazioni o istruzioni alternative.
3.
Uso della lingua in classe
Gli
insegnanti visitatori sono stati spesso preoccupati più delle
proprie competenze linguistiche che della matematica o della
situazione della classe, ed alcune volte hanno avuto problemi nel
comprendere le reazioni degli alunni nel linguaggio colloquiale.
Nella maggioranza dei casi hanno capito che cosa stava succedendo
nella classe.
Perfino
formule ed espressioni comuni che erano ripetute più volte
durante i corsi di formazione prima della partenza sono diventate
improvvisamente difficili da ricordare quando i visitatori erano in
piedi davanti alla classe.
Vi
sono stati alcuni commenti interessanti da parte di un insegnante
francese, che parlava anche lo spagnolo e che è andato a
lavorare in una scuola italiana. Durante la sua lezione, ha provato a
continuare a parlare italiano ma, quando una parola non gli veniva a
mente, ha parlato spagnolo, come per riflesso. A volte non si è
accorto che stava parlando spagnolo. Lui dice che in questi momenti
“io sono rimasto un po’ sorpreso, ma ora penso che questo
è probabilmente dovuto alla somiglianza dei vocabolari
matematici italiano, spagnolo e francese.”
Uso comune di una
lingua straniera nell’insegnamento
Un’altra
situazione interessante si è presentata quando la lingua di
istruzione era straniera sia per gli insegnanti visitatori che per
gli alunni. Con i
visitatori cechi e danesi, la lingua di insegnamento è stata
l’inglese ed in entrambi i Paesi gli alunni hanno avuto un
insegnamento in inglese. I problemi qui erano reciproci.
I
visitatori hanno incontrato difficoltà con la comprensione
dell’inglese da parte degli alunni ed anche con la loro propria
comprensione dell’inglese usato dagli alunni. In alcune
lezioni, alcuni alunni hanno avuto la tendenza a rinunciare, poiché
la loro comprensione e facilità di parola non era sufficiente
e trovavano difficoltà ad esprimersi in inglese.
Nonostante
queste difficoltà, i visitatori hanno osservato che gli alunni
hanno saputo trarre vantaggio dall’insegnamento perché
hanno detto che gli alunni capivano i termini matematici e che la
lingua scritta, matematica, è comune a tutti. Questo ha
portato ad una conclusione da parte di alcuni visitatori, che sia gli
alunni che l’insegnante si devono adattare alla situazione.
Strategie
per gestire i problemi di lingua
Alcune
strategie provate sono state: adattare la presentazione della lezione
alla propria capacità di parlare la lingua, includere il
lavoro di gruppo nell’organizzazione della lezione per
consentire un migliore contatto con gli alunni ed evitare
ripetizioni, preparare consegne scritte chiare per gli alunni,
predisporre presentazioni
PowerPoint nelle quali compaiano sullo schermo sia diagrammi che
commenti.
Traduzione
ed interpretazione
Alcuni
visitatori hanno osservato che pensavano non fosse necessario avere
una perfetta padronanza di una lingua straniera, ma d’altra
parte questo è essenziale per abituarsi bene al modo di dare
consegne, di usare termini ed espressioni matematiche, specialmente
le parole necessarie per notazioni matematiche non usuali, ed il
linguaggio di classe. I visitatori sono stati d’accordo che se
avessero potuto passare più tempo con gli alunni, allora
sarebbe stato possibile risolvere i numerosi problemi di lingua.
4.
Preparazione
della lezione e cambiamenti: adattamento alle pratiche del Paese
ospitante
L’osservazione
delle lezioni ha consentito ai visitatori di cambiare il loro punto
di vista sulla progettazione delle lezioni da fare nel Paese
ospitante, e le unità didattiche sono state modificate
bilanciando la loro pratica professionale nel proprio Paese con le
pratiche didattiche osservate nelle classi ospitanti.
Questo
ha evidenziato una necessità di adattare la svolgersi delle
fasi didattiche alle reali necessità delle rispettive classi,
mostrando abilità professionali che hanno consentito loro di
superare ostacoli imprevisti.
Alcuni
visitatori hanno espresso l’opinione che non era stato
necessario progettare le lezioni in dettaglio prima della visita.
Hanno insistito sulla necessità di essere flessibili e
sensibili all’ambiente. Questo è dipeso dalla varietà
della loro propria esperienza e da quanto sicuri si sentissero con la
lingua d’insegnamento.
Attività
pratiche
Come
esposto in precedenza, nell’organizzare attività
pratiche, lo spiegare l’attività è stato un
problema perché è stato necessario aggiungere delle
spiegazioni ulteriori. La discussione stessa con i gruppi è
risultata fruttuosa e durante l’approccio individuale gli
alunni sono diventati più attenti ed hanno lavorato
volentieri.
5.
Utilizzo di
attrezzature
Lavoro alla lavagna
Un
visitatore, che era abituato a scrivere molto alla lavagna, ha
osservato che, nel suo caso, le aule avevano lavagne piccole che non
potevano contenere tutto quello che veniva scritto durante la
lezione. Così ha dovuto scrivere finché la lavagna non
è stata piena, poi cancellare e continuare a scrivere. Qui non
c’è stato alcun commento sull’uso da parte degli
alunni dei loro quaderni.
Lavagna luminosa
Uno
dei visitatori ha provato a fare una presentazione con una lavagna
luminosa, ma sfortunatamente,
le scarse abilità manuali di una maggioranza significativa di
alunni gli ha fatto decidere di rinunciare alla costruzione di un
modello dinamico con i lucidi.
PowerPoint
Una
presentazione PowerPoint
è stata utilizzata come strumento per gestire il problema
della lingua; ciò ha permesso all’insegnante di avere un
qualche controllo della situazione e di avere a disposizione alcune
parole appropriate per ciascuna slide.
Software
ed uso
del computer
Una
presentazione del Teorema di Pitagora è stata prerparata come
attività al computer usando GeoGebra per superare alcuni dei
problemi di lingua. Comunque, questo origina difficoltà se ci
sono problemi con l’organizzazione del laboratorio informatico
o con il software, rende
necessari termini tecnici differenti.
6.
Osservazioni e
suggerimenti conclusivi dei partecipanti
Ritornati
nel loro Paese, i partecipanti alle visite sono stati coinvolti, con
i membri del team di progetto, in una discussione e rivisitazione
della loro esperienza di insegnamento in un’altra lingua e le
loro osservazioni sono state incluse in questo rapporto di sintesi.
Contenuti ed
organizzazione dei corsi di preparazione nel Paese d’origine
Il
corso è stato creato con lo scopo di preparare i partecipanti
ad andare in una particolare scuola ad insegnare un particolare
argomento in una
particolare lingua. Questo ha reso relativamente facile avere un
contenuto del corso mirato ed una preparazione dell’organizzazione
dell’insegnamento in una lingua straniera che fosse specifica
per scambi di insegnanti di matematica. Come evidenziato nella PARTE
I di questo rapporto, vi sono state comunque delle difficoltà.
L’idea di una
‘cassetta degli attrezzi’ che includesse una lista di
parole e frasi è stata essenziale e molto importanti sono
stati anche i buoni contatti con l’insegnante ospitante prima
della visita.
Preparazione
ed osservazione nel Paese ospitante
Tutti
gli insegnanti in servizio ed in formazione che hanno fatto la visita
sono stati concordi nel dire che avevano bisogno di più tempo
per l’osservazione e l’adattamento. Per le ragioni già
esposte, per loro è stato importante avere visto l’insegnante
abituale nella classe, prima di essere loro stessi coinvolti nelle
reali attività
d’insegnamento.
Osservazione degli
insegnanti ospitanti
Il ruolo dell’insegnante
ospitante, come consigliere e guida, è molto importante. Nelle
loro lezioni sanno come combinare la gestione dello spazio ed il loro
muoversi nell’aula, con aiuto specifico per gli alunni sia
individualmente che in situazione di classe. Loro mantengono anche il
dialogo con i loro alunni. Gli insegnanti ospitanti sanno anche
confrontare la programmazione delle lezioni fatta dai visitatori con
il processo di implementazione nella classe reale e suggerire
un’organizzazione e strategie didattiche alternative.
Sintesi
di ciò che è stato
imparato:
a)
Mobilità ed esperienze
Queste
sono alcune delle osservazioni offerte dagli insegnanti visitatori:
“La
mobilità degli insegnanti è possibile ed un’esperienza
eccellente.”
“La
visita è stata una prova dell’importanza di imparare
una lingua straniera.
“Insegnare
matematica in una lingua straniera è un compito divertente e
realizzabile, a condizione di avere un corso di preparazione ben
organizzato e mirato.”
“L’esperienza
mi ha consentito di crescere professionalmente in un contesto
scolastico diverso sia per la lingua che per lo stile di
insegnamento.”
b)
Lingua
L’importanza di
lavorare in una lingua straniera ha mostrato che:
conoscere
la lingua è fondamentale: meglio la si padroneggia, meglio
aiuta il lavoro dell’insegnante visitatore.
la
conoscenza della lingua permette all’insegnante di entrare
facilmente in contatto con gli alunni ed affrontare ogni tipo di
situazioni.
gli
alunni accettano gli errori fatti nella loro lingua madre durante le
prime lezioni con un insegnante non-nativo e sono capaci di
concentrarsi sulla lezione.
c)
Progettazione
della lezione
Incontrare nuovi contesti e
culture ha mostrato che è stato:
necessario
decidere quali fossero le parti più importanti delle lezioni
e dare loro la priorità rispetto alle altre attività.
essenziale
preparare le lezioni in maniera più dettagliata del solito
perché si sono sentiti incapaci di improvvisare di fronte ad
una situazione nuova.
possibile
adattare i propri metodi alla nuova situazione.
d)
Materia
Insegnando matematica in un
altro Paese ed in una lingua straniera è possibile avere una
visione più profonda della materia e l’esperienza di di
scoprire nuove strategie è stata arricchente e di aiuto per la
crescita professionale.
Le
esperienze fatte dagli insegnanti in formazione ed in servizio ha
permesso loro di:
capire che la matematica
scolastica è insegnata in modo diverso, ha terminologia e
notazioni differenti ed è presentata in maniera diversa in
altri Paesi;
confrontare
differenti curricoli, libri di testo ed approcci all’insegnamento
della matematica;
discutere
con i loro insegnanti ospitanti su differenti approcci pedagogici e
modi di organizzare l’insegnamento;
rendersi
conto che nelle classi della stessa scuola vi sono livelli scolari
diversi e percepire le difficoltà di confrontare le abilità
degli alunni da un Paese ad un altro;
confrontarsi
con altri modelli didattici, adattarsi a nuove pratiche didattiche e
fare uso di idee di altri Paesi per applicarle nel proprio;
scoprire i problemi che
sorgono quando si organizzano attività didattiche di gruppo o
pratiche in contesti in cui gli alunni non sono abituati a lavorare
autonomamente.
7.
Osservazioni e
suggerimenti finali da parte degli studenti
La
progettazione dell’attività:
una collaborazione più diretta e più lunga fra gli
insegnanti ospitanti e visitanti. Sarebbero utili delle riprese
video, con dei commenti, dell’insegnante ospitante al lavoro.
Maggiori
informazioni sulla materia:
stile di presentazione nei libri della scuola ospitante, notazioni e
convenzioni di presentazione e di modi di lavorare.
La
‘cassetta degli attrezzi’:
in aggiunta al vocabolario essenziale già preparato, dovrebbe
essere fornita una selezione di notazioni matematiche pertinenti.
Sarebbe anche utile un estratto del curricolo della scuola (o un
esempio da un libero di testo) relativo all’argomento da
insegnare scelto.
Preparazione
formale ed organizzata alla lingua:
a parte i partner che o avevano un corso già
strutturato o hanno
potuto fornire un programma ragionevole, le istituzioni devono essere
capaci di fornire un corso specialistico sull’insegnamento
della matematica in almeno una delle principali lingue europee.
L’osservazione
del gruppo-classe nel Paese ospitante: è necessario più
tempo per acquisire informazioni significative sul livello scolastico
e sulle abilità pratiche degli alunni.
L’implementazione:
nelle circostanze date, tre lezioni di cinquanta minuti non sono
state sufficienti per la discussione dell’argomento scelto.
Erano necessarie più lezioni per avere il tempo di spiegare,
discutere, fare esercizi e valutare gli alunni.
Riprese
Video:
fare riprese video di esempi di lezioni per un’analisi dopo
l’esperienza sarebbe di grande aiuto per la valutazione.