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Socrates-Comenius

European Commission - Comenius

European Commission - Education and Culture



Project Details

Name
MA²ThE-TE-AMO
MAking MAThEmatics TEAchers MObile

Code
129543-CP-1-2006-1 -IT-COMENIUS-C21

Action/type
COMENIUS-C21

Project span
01.10.2006
01.10.2009



Project Coordinator

Name
CAFRE Centro di Ateneo di Formazione e Ricerca Educativa
Università di Pisa

Contact person
Franco FAVILLI

Email
favilli@dm.unipi.it



Project Partners

(AT) Universität Wien

(CZ) Univerzita Karlova v Praze

(DK) University College Lillebælt, Skårup Seminarium

(FR) Institut Universitaire de Formation des Maîtres de l'Académie de Créteil



  
Sintesi delle relazioni degli insegnanti
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Rapporto di sintesi delle esperienze degli insegnanti e degli studenti visitatori sulla loro preparazione ed insegnamento della matematica in scuole dei Paesi partrner.


di Leo Rogers, Project Evaluator

Introduzione

PARTE I – Preparativi prima degli scambi degli insegnanti/studenti

1. Gestione

2. Corso di preparazione linguistica

3. Fase transitoria e contatti con gli insegnanti ospitanti

PARTE II – La visita, l’insegnamento e le esperienze

1. Preparativi, osservazione ed insegnamento nel Paese ospitante

2. Modelli di insegnamento osservati nel Paese ospitante

3. Insegnamento della matematica

4. Utilizzo dei libri di testo e di esercizi

PARTE III – Riflessioni e suggerimenti da parte degli studenti e degli insegnanti

1. Curriculum ed osservazioni

2. Organizzazione del lavoro pratico

3. Uso della lingua in classe

4. Preparazione della lezione e cambiamenti: adattamento alle pratiche del Paese ospitante

5. Utilizzo di attrezzature

6. Osservazioni e suggerimenti conclusivi dei partecipanti

7. Osservazioni e suggerimenti finali da parte degli studenti


Introduzione

Il presente report è una collazione e sintesi di report separati presentati dai dieci insegnanti in servizio ed insegnanti in formazione (studenti), che hanno preso parte agli scambi ed hanno insegnato in una lingua straniera in scuole dei cinque Paesi partner.

Il report contiene anche una sintesi delle interviste fatte da membri dei team di progetto agli insegnanti ed agli studenti al loro ritorno dal Paese ospitante.

I dettagli amministrativi ed organizzativi relativi alla gestione globale ed ai preparativi da parte dei singoli partner possono essere trovati nella parte principale della documentazione finale del progetto.

Questo report è organizzato in tre parti: Preparazione nelle proprie istituzioni; Accoglienza, osservazione ed insegnamento nelle scuole dei Paesi partner; Riflessione e suggerimenti dopo il ritorno.


PARTE I – Preparativi prima degli scambi degli insegnanti/studenti1


1. Gestione

Preparazione generale prima della visita

I partner hanno fatto un grande sforzo per fornire una preparazione pratica ed un adeguato supporto linguistico prima delle visite di scambio. Vi sono state, comunque, delle variazioni importanti nella formazione pre-visita che è stato possibile fornire a causa di difficoltà di organizzazione del calendario, inerzie istituzionali ed i normali impegni di studenti e docenti. Vi è stato, da parte degli studenti e degli insegnanti, un apprezzamento universale ed una soddisfazione generale per i programmi di preparazione loro forniti.


Preoccupazioni prima della visita

Una aspettativa naturale degli studenti era che, trovandosi in una situazione nuova, le relazioni fra loro stessi, l’insegnante della classe e gli alunni sarebbero potuto essere meno rilassate di quelle cui erano abituati. C’erano ansietà anche riguardo alla progettazione ed attuazione dell’insegnamento. Di fatto, in generale, questo è risultato non essere il caso. Tutti i partecipanti hanno riferito che le relazioni pre-visita con i loro colleghi ospitanti sono state molto piacevoli produttive.


2. Corso di preparazione linguistica

Nella Repubblica Ceca, per esempio, un corso sull’insegnamento della matematica in una lingua straniera è una parte standard del curriculum, mentre in altri Paesi si sono dovute prendere delle misure speciali per programmare un’analoga offerta formativa. Organizzare un corso di formazione linguistica specificamente dedicata all’insegnamento della matematica con un breve pre-avviso ha causato molte difficoltà organizzative ed istituzionali. Mentre, da una parte, è stato possibile organizzare un tale insegnamento in Italia, gli altri partner non sono stati così fortunati.

Probabilmente, i più fortunati sono stati gli studenti francesi che hanno potuto visitare il “Liceo Leonardo da Vinci” a Parigi, dove hanno osservato alcune lezioni di II Media ed hanno avuto la possibilità di parlare con insegnanti del Liceo riguardo all’insegnamento ed all’organizzazione della classe. Uno degli insegnanti ha fornito un utile supplemento francese-italiano alla lista della ‘cassetta degli attrezzi’ che era già stata fornita dal team di formatori. I visitatori francesi sono stati anche introdotti ai tipici libri di testo italiani ed hanno avuto la possibilità di apprezzare alcune delle differenze nel linguaggio tecnico e nelle notazioni matematiche implicate nella preparazione nell’argomento da insegnare da loro scelto. Tramite questa esperienza essi si sono preparati alla visita all’Istituto Santa Caterina a Pisa.

In Italia, la prima insegnante che ha visitato l’Austria ha potuto seguire, all’Università di Pisa, un corso per l’insegnamento della matematica in una lingua straniera e, contemporaneamente, un corso di rafforzamento della lingua tedesca.

Invece, a causa di problemi sorti all’ultimo minuto, si è dovuto trovare una sostituta per la seconda insegnante ed il lavoro di questa sostituta è stato preparato sulla base di sue precedenti esperienze e di discussioni con il coordinatore (italiano) del progetto. Fortunatamente, lei aveva l’esperienza di quasi venti anni di insegnamento dell’italiano in una scuola tedesca, cosa che le dava una conoscenza della lingua tedesca, sia a livello orale che scritto, sufficientemente buona per fornirle una base sicura per la comunicazione nell’aula. Mentre la sua conoscenza della matematica poteva essere modesta, la sua conoscenza della lingua le consentiva di gestire perfettamente il suo insegnamento e, dopo un utile scambio di e-mails con l’insegnante che la ospitava, ha potuto organizzare la propria attività di insegnamento.

Vi sono stati molti esempi, citati dai partner, di studenti che hanno trovato il tempo di collaborare nell’apprendimento e nella pratica della lingua del Paese ospitante e di fare una presentazione delle proprie unità didattiche prima delle visite.


3. Fase transitoria e contatti con gli insegnanti ospitanti

In tutti i casi, i contatti con gli insegnanti ospitanti sono stati molto amichevoli e ricchi di informazioni. Gli insegnanti ospitanti hanno trovato l’alloggio, hanno aiutato per i mezzi di trasporto, inviato orari, documenti sui curricoli ed informazioni sui loro alunni. Gli orari e la programmazione delle lezioni sono stati preparati congiuntamente dagli insegnanti che visitavano e da quelli che ospitavano.

La buona volontà e la disponibilità degli insegnanti ospitanti, che hanno collaborato durante ciascuna visita, ha rappresentato un contributo vitale alla serenità degli insegnanti visitatori.


PARTE II - La visita, l’insegnamento e le esperienze

1. Preparativi, osservazione ed insegnamento nel Paese ospitante

Tutti i visitatori hanno riferito che i loro ospiti hanno dato loro un grande aiuto, hanno organizzato i materiali necessari per le lezioni e non hanno imposto i propri punti di vista riguardo alle metodologie didattiche; ma, anzi, hanno aiutato i visitatori a comprendere il loro modo di insegnare e le abitudini ed attese riguardo alla preparazione ed organizzazione delle lezioni.

In alcune circostanze vi sono stati problemi di comunicazione poiché l’insegnante ospitante non era sempre disponibile, a causa di sovrapposizioni di orario di lezione del visitatore e dell’ospitante, e si è dovuto risolvere questi problemi fuori dell’orario di insegnamento.


Organizzazione della scuola e curricolare

Come sottolineato precedentemente, delle differenze nelle aspettative, nell’organizzazione scolastica e della classe ed esigenze curricolari erano facilmente da prevedere. I visitatori si sono chiaramente sentiti a maggiore agio quando hanno trovato condizioni e convenzioni simili a quelle cui erano abituate nelle proprie scuole; d’altra parte, queste differenze li ha fatti riflettere sui propri pre-concetti riguardo all’educazione.

Quando gli alunni si sono abituati ai modi in cui un determinato insegnante si rivolge a loro od alle convenzioni della scuola (come l’alzarsi in piedi quando un insegnante entra in classe o muoversi per l’aula senza chiedere il permesso) non è sorprendente che i visitatori hanno avuto bisogno di tempo per adattarsi a queste differenze.

Il pensare che la stessa organizzazione di classe fosse diffuso in tutta una data scuola è stato subito messo da parte ed è stato chiaro che l’insegnamento nella classe intera o nel gruppo dovesse essere adottato in funzione dei gruppi di età o per ragioni diverse. Inoltre, l’organizzazione di classi eterogenee a livello di abilità ha rappresentato per gli insegnanti visitatori un tipo di sfida assolutamente nuovo.

Un problema frequente (non importa se nel proprio Paese od in un altro) è stato rappresentato dal fatto che i visitatori non hanno completato tutti gli aspetti delle loro programmazioni didattiche con gli alunni della scuola ospitante. In un caso, i visitatori hanno deciso di cambiare completamente i loro piani ed adottare il lavoro di gruppo invece dell’insegnamento alla classe intera, cosa che hanno sostenuto in maniera forte dando agli alunni compiti diversi ed aiutandoli individualmente. In questo caso, ciò è stato possibile solo perché vi erano due persone che lavoravano insieme nella classe.

Il contrasto e la sfida più rilevanti segnalati dai visitatori è stato quello fra il sistema scolastico danese e quello austriaco. Hanno detto che le scuole sembravano così differenti che hanno detto che non era possibile confrontare la scuola di Skårup con qualunque scuola in Austria. E’ stato anche detto che un insegnante austriaco non è preparato a gestire quel tipo di alunni che necessitano di un sostegno speciale, come trovato nella classe danese. Questo shock culturale è stato soprattutto manifestato dai visitatori austriaci che non erano abituati a gestire classi di alunni con abilità diverse, che richiedevano un cambiamento radicale negli stili didattici. Questa situazione problematica non era stata anticipata prima della visita e gli insegnanti in formazione hanno avuto alcune difficoltà ad adattarsi alla situazione.

In generale, l’atmosfera nelle classi è stata positiva e produttiva; la maggior parte degli alunni ha lavorato ed ha provato a prendere parte alle attività.


2. Modelli di insegnamento osservati nel Paese ospitante

a) Organizzazione generale

Gli insegnanti ospitanti sono stati molto bravi ad organizzare le lezioni, ad usare la terminologia matematica ed a spiegare le cose agli alunni. Molte delle lezioni oggetto di osservazione sono sembrate essere svolte più o meno secondo lo stesso schema.

b) Le azioni guidate dall’insegnante

Dalla maggioranza delle osservazioni è sembrato che il modo principale di organizzare l’insegnamento sia stato nella forma di lavoro rivolto all’intera classe e guidato dall’insegnante, dove l’attenzione è sull’insegnante e su ciò che accade alla lavagna.

Lo schema generale è stato:

  • verificare il lavoro per casa

  • lavorare sugli esercizi con poca richiesta di ragionamento autonomo

  • assegnare i compiti per casa.

In questo modello l’insegnante sta in piedi alla lavagna, possibilmente insieme ad un alunno ‘bravo’ che può essere lo stesso durante l’intera lezione. Non è stato osservato alcun lavoro autonomo da parte degli alunni.

c) Lezioni guidate dall’insegnante

Qui lo schema è stato simile a sopra, ma gli alunni sono stati coinvolti perché l’insegnante li ha invitati a rispondere alle domande ed a venire alla lavagna a fare i calcoli.

d) Lezioni organizzate dall’insegnante: lavoro di gruppo ed individuale

E’ stato osservato un misto di insegnamento per l’intera classe e di lavoro individuale, con lavoro di gruppo occasionale; ma non al punto in cui il lavoro individuale e di gruppo sono utilizzati di solito, ad esempio, in Danimarca.

e) Utilizzo di materiali, attrezzature e risorse didattiche da parte degli insegnanti ospitanti

A parte il frequente uso della lavagna, di solito in modo sistematico, mostrando i problemi, i calcoli e le formule in modo chiaro e leggibile, non è stato praticamente menzionato l’utilizzo di alcuna altra attrezzatura.

Sembra ci sia stata una sola occasione quando un insegnante ha fatto uso di una lavagna luminosa.

f) Attività pratiche

Sono state riportate pochissime osservazioni su attività pratiche, anche se ve ne possono essere state ben di più, e, poiché gli insegnanti ospitanti hanno dato una mano ai visitatori nelle attività pratiche, supponiamo che gli insegnanti hanno lavorato a volte in questo modo.

g) Insegnanti che insegnano altre materie

Una caratteristica significativa degli insegnanti italiani è che insegnano non solo matematica, ma altre materie scientifiche come fisica, chimica e biologia. Questo potrebbe essere considerato utile per molte ragioni, come il potere mostrare esempi di applicazioni pratiche della matematica in altre aree disciplinari.


3. Insegnamento della matematica

Gli insegnanti visitatori hanno scoperto che, nonostante l’idea comune che la matematica è la ‘stessa’ ovunque, vi sono sottili differenze nei termini utilizzati e, in maniera significativa, la lingua di insegnamento della matematica non è la stessa in tutti i Paesi. Questo porta ad insospettate differenze nella comprensione di alcuni concetti matematici.

Vi sono state molti esempi di differenze inaspettate nelle convenzioni di classe che hanno inciso sulla presentazione di problemi ed esercizi pratici. Differenze nelle notazioni fra il lavoro preparato e ciò che era usuale nella classe ospitante o si trovava nel libro di testo, nell’orientazione ed indicazioni dei diagrammi sono stati tipici problemi quotidiani che i visitatori hanno dovuto affrontare.

I visitatori hanno dovuto imparare a pensare ‘su due piedi’ ed ad adattarsi a differenti situazioni e, in molti casi, gli alunni sono stati di grande aiuto ed hanno voluto collaborare. Questo è avvenuto soprattutto durante la presentazione di esercizi pratici.


4. Utilizzo dei libri di testo e di esercizi

In alcuni Paesi è un’abitudine che gli alunni, durante la lezione, scrivano appunti ed esempi sui loro libri di esercizi;o in altre situazioni i libri di testo sono usati come riferimento durante la discussione sulla lezione e sono allora utilizzati per il lavoro a casa o fuori della classe. E’ stata osservata una notevole variazione di queste possibilità.

Un visitatore ha commentato che gli insegnanti spesso hanno dato esercizi da completare per la lezione successiva. Nella maggior parte dei casi il libro di testo fornisce la risposta all’esercizio, così sta agli alunni trovare un metodo risolutivo.

Schema e presentazione dei libri di testo

Fatto interessante, i libri di testo hanno mostrato certe caratteristiche nazionali. La configurazione e lo schema generale è piuttosto differente, ed il testo sulle pagine è più denso in alcuni in confronto ad altri.

In un libro di testo francese, l’argomento è presentato tramite una scoperta guidata e l’attenzione è posta sull’autonomia degli alunni. Ci sono più cose da fare, compreso l’uso del software Cabri, e ci sono meno esercizi.

Nel libro di testo usato nella propria scuola da uno degli studenti cechi, il capitolo su Pitagora inizia col teorema e poi ci sono molti esercizi. Lo studente ha evidenziato come gli alunni abbiano preferito la parte che porta alla scoperta del libro francese e meno esercizi.

In un libro di testo austriaco, la parte teorica di ciascun argomento è molto breve, con il concetto principale in un riquadro; l’alunno può ottenere dagli esercizi altri concetti correlati. Questa è una differenza rispetto ai tipici libri di testo italiani.


PARTE III - Riflessioni e suggerimenti da parte degli studenti e degli insegnanti


1. Curriculum ed osservazione

I visitatori hanno insistito sulla necessità di conoscere bene il Paese ed i curricoli della scuola locale ed hanno apprezzato di aver avuto l’opportunità di fare una essenziale attività di osservazione prima delle proprie lezioni. Il tempo a disposizione per l’osservazione in classe è stato estremamente utile per tutti i visitatori, sia pure limitato dall’orario della scuola ospitante ed il numero di ore a disposizione per osservare le classi. Diversi visitatori pensavano che non vi sarebbe stato alcun problema con la matematica, ma hanno subito scoperto le molte difficoltà che sono già state messe in evidenza. In alcune classi osservate, l’insegnante non ha fatto uso di alcuna scrittura matematica formale, la maggior parte delle idee sono state descritte con un linguaggio informale.

L’insegnamento da parte degli insegnanti visitatori nel Paese ospitante

I visitatori hanno dovuto imparare a gestire il conflitto fra una progettazione della lezione preparata con cura e la situazione reale della lezione.

Per esempio:

Ho dovuto costruire tutto per aiutare gli alunni a capire quello che volevo che facessero. Penso che il problema non sia stata la lingua, ma il fatto che loro fossero abituati ad una procedura in cui l’insegnante gli diceva veramente tutto”.

Gli alunni non prestavano sufficiente attenzione alle mie consegne, che possono non essere state così chiare e semplici come le consegne del loro insegnante. Nel mio insegnamento sono abituato a dare una certa autonomia agli alunni.”

Consuetudini, abitudini ed attese

Vi sono grandi differenze nell’approccio all’insegnamento in Paesi differenti, adottato od attraverso tradizioni culturali accettate, organizzazione istituzionale individuale o attraverso politiche governative. L’atto di insegnare è uno stile idiosincratico personale che può essere, oppure no, nutrito da influenze di tradizione o politica. Inoltre, gli insegnanti in formazione è ben noto che sono influenzati dai ‘modelli di ruolo’ di cui hanno avuto esperienza quando loro stessi erano studenti, così non è stato sorprendente trovare molte osservazioni da parte dei visitatori su come fosse differente la ‘cultura d’insegnamento’ in altri Paesi e, ancora, su come ‘la struttura non era così rigida e fuori moda come avevamo pensato’ e su come, una volta assuefatti alla situazione, i visitatori siano diventati più rilassati.

Sono stati sperimentati la presentazione di una lezione ‘dalla lavagna’ così come, al contrario, l’organizzazione di gruppi di alunni in unità di studio autonomo, ed in alcuni casi i visitatori hanno trovato difficoltà ad adattarsi. Altre differenze, come il numero di esercizi dati agli alunni in un dato momento, può essere dipeso forse da situazioni non percepite dai visitatori, come un esame vicino o la necessità di mettere in pratica una tecnica particolare.

Le attese riguardo al comportamento degli alunni ha provocato alcuni commenti interessanti.

Alcuni visitatori sono rimasti sorpresi dalla ‘libertà’ degli alunni ospitanti, quando potevano, entro limiti ragionevoli, alzarsi, muoversi per l’aula e parlare fra loro, ma hanno condiviso un’atmosfera calma, dove gli alunni si sono sentiti liberi di fare la loro parte e fare domande. In un diverso Paese, gli alunni si alzavano quando l’insegnante entrava in aula e non si sedevano finché non gli veniva detto.

I visitatori hanno manifestato sorpresa per il fatto che gli alunni nelle classi ospitanti erano molto simili a quelli nelle proprie classi e che erano molto disposti a collaborare e svolgere le attività e gli esercizi assegnati. In alcuni casi, dato questo tipo di esperienza, è stato perfino riferito che “insegnare matematica in una lingua straniera non è un compito così difficile da adempiere”.

Le attese riguardo alle abitudini di lavoro degli alunni hanno spesso assunto che gli alunni si sarebbero adattati.

Qui i commenti hanno spesso contenuto la parola ‘disciplina’ e questa si riferisce sia al comportamento generale degli alunni come gruppo che alle abitudini di lavoro individuali degli alunni.

E’ stato riferito che gli alunni, in generale, hanno lavorato in modo più serio sui compiti assegnati, sia individualmente che all’intera classe, quando la classe era abituata ad una struttura organizzativa più formale. Lezioni condotte in maniera più aperta e rilassata hanno dato l’impressione che gli alunni non fossero abituati a concentrarsi sulla lezione e, in un caso, osservando gli alunni è stato notato che circa metà della classe lavorava sui compiti assegnati, mentre gli altri sembrava facessero qualcos’altro senza essere richiamati all’ordine, mentre quelli che non lavoravano erano a volte ignorati.

Sono stati fatti commenti su altre abitudini, più individuali, per esempio se gli alunni fossero abituati di usare i quaderni od i libri di esercizi per prendere appunti durante le lezioni e fino a qual punto si appoggiassero sui loro libri di testo per le risposte agli esercizi o se lavorassero piuttosto da soli per risolvere i problemi.

Le attese rispetto ai risultati degli alunni sono spesso state completamente diverse dalla realtà.

In alcuni casi il livello e le conoscenze scolastiche degli alunni sono risultate molto più alte (o apparentemente più basse) in confronto ad un gruppo simile nel Paese dei visitatori. In una situazione è stato osservato che gli alunni erano molto migliori nel calcolo mentale perché conoscevano ‘a memoria’ le tabelline ed allo stesso modo sapevano i quadrati e le radici quadrate. Si è pensato che questo sia accaduto perché non facevano uso di calcolatrici.

Al contrario, in alcuni contesti, la materia è studiata con maggiore dettaglio ed in maniera più teorica, cosa che, secondo i visitatori, dà agli alunni una cultura matematica di base più solida.

I visitatori hanno espresso qualche rammarico riguardo alla situazione nel proprio Paese, dove spesso gli insegnanti vorrebbero che gli alunni smettessero di porre attenzione alla soluzione per concentrarsi piuttosto sui principi matematici in gioco.


2. Organizzazione del lavoro pratico

Gli alunni non abituati al lavoro pratico sono rimasti spesso disorientati riguardo a come cominciare l’attività. Se non erano abituati a lavorare in maniera autonoma, hanno avuto bisogno di suggerimenti o perfino di una dimostrazione, e la destrezza manuale ha rappresentato a volte un fattore di inibizione. Perfino semplici costruzioni, come la divisione di un angolo, sono state un problema per alcuni alunni. Alcuni esercizi sono sembrati essere troppo difficili per gli alunni e gli insegnanti visitatori hanno avuto bisogno di molto più tempo per la spiegazione. Il problema non è stato la lingua, ma la loro carenza di cultura matematica di base.

Gli insegnanti che hanno voluto utilizzare attività pratiche come parte della presentazione di una lezione incontrano delle difficoltà in più quando usano una lingua straniera. Ciò che è consuetudine in un Paese, può non esserlo in un altro. Tipicamente, la geometria! Ed in questo caso il Teorema di Pitagora ha causato problemi particolari. Alcune delle difficoltà incontrate sono state:

  • serve sempre più tempo del previsto

  • le consegne devono essere enunciate chiaramente, per scritto

  • è importante mostrare l’attività prima che gli alunni inizino a lavorare

  • occorre seguire il processo lentamente, passo passo

  • tutte le attrezzature ed accessori devono essere facilmente accessibili

  • bisogna essere preparati a proporre spiegazioni o istruzioni alternative.


3. Uso della lingua in classe

Gli insegnanti visitatori sono stati spesso preoccupati più delle proprie competenze linguistiche che della matematica o della situazione della classe, ed alcune volte hanno avuto problemi nel comprendere le reazioni degli alunni nel linguaggio colloquiale. Nella maggioranza dei casi hanno capito che cosa stava succedendo nella classe.

Perfino formule ed espressioni comuni che erano ripetute più volte durante i corsi di formazione prima della partenza sono diventate improvvisamente difficili da ricordare quando i visitatori erano in piedi davanti alla classe.

Vi sono stati alcuni commenti interessanti da parte di un insegnante francese, che parlava anche lo spagnolo e che è andato a lavorare in una scuola italiana. Durante la sua lezione, ha provato a continuare a parlare italiano ma, quando una parola non gli veniva a mente, ha parlato spagnolo, come per riflesso. A volte non si è accorto che stava parlando spagnolo. Lui dice che in questi momenti “io sono rimasto un po’ sorpreso, ma ora penso che questo è probabilmente dovuto alla somiglianza dei vocabolari matematici italiano, spagnolo e francese.”

Uso comune di una lingua straniera nell’insegnamento

Un’altra situazione interessante si è presentata quando la lingua di istruzione era straniera sia per gli insegnanti visitatori che per gli alunni. Con i visitatori cechi e danesi, la lingua di insegnamento è stata l’inglese ed in entrambi i Paesi gli alunni hanno avuto un insegnamento in inglese. I problemi qui erano reciproci.

I visitatori hanno incontrato difficoltà con la comprensione dell’inglese da parte degli alunni ed anche con la loro propria comprensione dell’inglese usato dagli alunni. In alcune lezioni, alcuni alunni hanno avuto la tendenza a rinunciare, poiché la loro comprensione e facilità di parola non era sufficiente e trovavano difficoltà ad esprimersi in inglese.

Nonostante queste difficoltà, i visitatori hanno osservato che gli alunni hanno saputo trarre vantaggio dall’insegnamento perché hanno detto che gli alunni capivano i termini matematici e che la lingua scritta, matematica, è comune a tutti. Questo ha portato ad una conclusione da parte di alcuni visitatori, che sia gli alunni che l’insegnante si devono adattare alla situazione.

Strategie per gestire i problemi di lingua

Alcune strategie provate sono state: adattare la presentazione della lezione alla propria capacità di parlare la lingua, includere il lavoro di gruppo nell’organizzazione della lezione per consentire un migliore contatto con gli alunni ed evitare ripetizioni, preparare consegne scritte chiare per gli alunni, predisporre presentazioni PowerPoint nelle quali compaiano sullo schermo sia diagrammi che commenti.

Traduzione ed interpretazione

Alcuni visitatori hanno osservato che pensavano non fosse necessario avere una perfetta padronanza di una lingua straniera, ma d’altra parte questo è essenziale per abituarsi bene al modo di dare consegne, di usare termini ed espressioni matematiche, specialmente le parole necessarie per notazioni matematiche non usuali, ed il linguaggio di classe. I visitatori sono stati d’accordo che se avessero potuto passare più tempo con gli alunni, allora sarebbe stato possibile risolvere i numerosi problemi di lingua.


4. Preparazione della lezione e cambiamenti: adattamento alle pratiche del Paese ospitante

L’osservazione delle lezioni ha consentito ai visitatori di cambiare il loro punto di vista sulla progettazione delle lezioni da fare nel Paese ospitante, e le unità didattiche sono state modificate bilanciando la loro pratica professionale nel proprio Paese con le pratiche didattiche osservate nelle classi ospitanti.

Questo ha evidenziato una necessità di adattare la svolgersi delle fasi didattiche alle reali necessità delle rispettive classi, mostrando abilità professionali che hanno consentito loro di superare ostacoli imprevisti.

Alcuni visitatori hanno espresso l’opinione che non era stato necessario progettare le lezioni in dettaglio prima della visita. Hanno insistito sulla necessità di essere flessibili e sensibili all’ambiente. Questo è dipeso dalla varietà della loro propria esperienza e da quanto sicuri si sentissero con la lingua d’insegnamento.

Attività pratiche

Come esposto in precedenza, nell’organizzare attività pratiche, lo spiegare l’attività è stato un problema perché è stato necessario aggiungere delle spiegazioni ulteriori. La discussione stessa con i gruppi è risultata fruttuosa e durante l’approccio individuale gli alunni sono diventati più attenti ed hanno lavorato volentieri.


5. Utilizzo di attrezzature

Lavoro alla lavagna

Un visitatore, che era abituato a scrivere molto alla lavagna, ha osservato che, nel suo caso, le aule avevano lavagne piccole che non potevano contenere tutto quello che veniva scritto durante la lezione. Così ha dovuto scrivere finché la lavagna non è stata piena, poi cancellare e continuare a scrivere. Qui non c’è stato alcun commento sull’uso da parte degli alunni dei loro quaderni.

Lavagna luminosa

Uno dei visitatori ha provato a fare una presentazione con una lavagna luminosa, ma sfortunatamente, le scarse abilità manuali di una maggioranza significativa di alunni gli ha fatto decidere di rinunciare alla costruzione di un modello dinamico con i lucidi.

PowerPoint

Una presentazione PowerPoint è stata utilizzata come strumento per gestire il problema della lingua; ciò ha permesso all’insegnante di avere un qualche controllo della situazione e di avere a disposizione alcune parole appropriate per ciascuna slide.

Software ed uso del computer

Una presentazione del Teorema di Pitagora è stata prerparata come attività al computer usando GeoGebra per superare alcuni dei problemi di lingua. Comunque, questo origina difficoltà se ci sono problemi con l’organizzazione del laboratorio informatico o con il software, rende necessari termini tecnici differenti.


6. Osservazioni e suggerimenti conclusivi dei partecipanti

Ritornati nel loro Paese, i partecipanti alle visite sono stati coinvolti, con i membri del team di progetto, in una discussione e rivisitazione della loro esperienza di insegnamento in un’altra lingua e le loro osservazioni sono state incluse in questo rapporto di sintesi.

Contenuti ed organizzazione dei corsi di preparazione nel Paese d’origine

Il corso è stato creato con lo scopo di preparare i partecipanti ad andare in una particolare scuola ad insegnare un particolare argomento in una particolare lingua. Questo ha reso relativamente facile avere un contenuto del corso mirato ed una preparazione dell’organizzazione dell’insegnamento in una lingua straniera che fosse specifica per scambi di insegnanti di matematica. Come evidenziato nella PARTE I di questo rapporto, vi sono state comunque delle difficoltà.

L’idea di una ‘cassetta degli attrezzi’ che includesse una lista di parole e frasi è stata essenziale e molto importanti sono stati anche i buoni contatti con l’insegnante ospitante prima della visita.

Preparazione ed osservazione nel Paese ospitante

Tutti gli insegnanti in servizio ed in formazione che hanno fatto la visita sono stati concordi nel dire che avevano bisogno di più tempo per l’osservazione e l’adattamento. Per le ragioni già esposte, per loro è stato importante avere visto l’insegnante abituale nella classe, prima di essere loro stessi coinvolti nelle reali attività d’insegnamento.

Osservazione degli insegnanti ospitanti

Il ruolo dell’insegnante ospitante, come consigliere e guida, è molto importante. Nelle loro lezioni sanno come combinare la gestione dello spazio ed il loro muoversi nell’aula, con aiuto specifico per gli alunni sia individualmente che in situazione di classe. Loro mantengono anche il dialogo con i loro alunni. Gli insegnanti ospitanti sanno anche confrontare la programmazione delle lezioni fatta dai visitatori con il processo di implementazione nella classe reale e suggerire un’organizzazione e strategie didattiche alternative.


Sintesi di ciò che è stato imparato:

a) Mobilità ed esperienze

Queste sono alcune delle osservazioni offerte dagli insegnanti visitatori:

  • La mobilità degli insegnanti è possibile ed un’esperienza eccellente.”

  • La visita è stata una prova dell’importanza di imparare una lingua straniera.

  • Insegnare matematica in una lingua straniera è un compito divertente e realizzabile, a condizione di avere un corso di preparazione ben organizzato e mirato.”

  • L’esperienza mi ha consentito di crescere professionalmente in un contesto scolastico diverso sia per la lingua che per lo stile di insegnamento.”

b) Lingua

L’importanza di lavorare in una lingua straniera ha mostrato che:

  • conoscere la lingua è fondamentale: meglio la si padroneggia, meglio aiuta il lavoro dell’insegnante visitatore.

  • la conoscenza della lingua permette all’insegnante di entrare facilmente in contatto con gli alunni ed affrontare ogni tipo di situazioni.

  • gli alunni accettano gli errori fatti nella loro lingua madre durante le prime lezioni con un insegnante non-nativo e sono capaci di concentrarsi sulla lezione.

c) Progettazione della lezione

Incontrare nuovi contesti e culture ha mostrato che è stato:

  • necessario decidere quali fossero le parti più importanti delle lezioni e dare loro la priorità rispetto alle altre attività.

  • essenziale preparare le lezioni in maniera più dettagliata del solito perché si sono sentiti incapaci di improvvisare di fronte ad una situazione nuova.

  • possibile adattare i propri metodi alla nuova situazione.

d) Materia

Insegnando matematica in un altro Paese ed in una lingua straniera è possibile avere una visione più profonda della materia e l’esperienza di di scoprire nuove strategie è stata arricchente e di aiuto per la crescita professionale.

Le esperienze fatte dagli insegnanti in formazione ed in servizio ha permesso loro di:

  • capire che la matematica scolastica è insegnata in modo diverso, ha terminologia e notazioni differenti ed è presentata in maniera diversa in altri Paesi;

  • confrontare differenti curricoli, libri di testo ed approcci all’insegnamento della matematica;

  • discutere con i loro insegnanti ospitanti su differenti approcci pedagogici e modi di organizzare l’insegnamento;

  • rendersi conto che nelle classi della stessa scuola vi sono livelli scolari diversi e percepire le difficoltà di confrontare le abilità degli alunni da un Paese ad un altro;

  • confrontarsi con altri modelli didattici, adattarsi a nuove pratiche didattiche e fare uso di idee di altri Paesi per applicarle nel proprio;

  • scoprire i problemi che sorgono quando si organizzano attività didattiche di gruppo o pratiche in contesti in cui gli alunni non sono abituati a lavorare autonomamente.


7. Osservazioni e suggerimenti finali da parte degli studenti

La progettazione dell’attività: una collaborazione più diretta e più lunga fra gli insegnanti ospitanti e visitanti. Sarebbero utili delle riprese video, con dei commenti, dell’insegnante ospitante al lavoro.

Maggiori informazioni sulla materia: stile di presentazione nei libri della scuola ospitante, notazioni e convenzioni di presentazione e di modi di lavorare.

La ‘cassetta degli attrezzi’: in aggiunta al vocabolario essenziale già preparato, dovrebbe essere fornita una selezione di notazioni matematiche pertinenti. Sarebbe anche utile un estratto del curricolo della scuola (o un esempio da un libero di testo) relativo all’argomento da insegnare scelto.

Preparazione formale ed organizzata alla lingua: a parte i partner che o avevano un corso già strutturato o hanno potuto fornire un programma ragionevole, le istituzioni devono essere capaci di fornire un corso specialistico sull’insegnamento della matematica in almeno una delle principali lingue europee.

L’osservazione del gruppo-classe nel Paese ospitante: è necessario più tempo per acquisire informazioni significative sul livello scolastico e sulle abilità pratiche degli alunni.

L’implementazione: nelle circostanze date, tre lezioni di cinquanta minuti non sono state sufficienti per la discussione dell’argomento scelto. Erano necessarie più lezioni per avere il tempo di spiegare, discutere, fare esercizi e valutare gli alunni.

Riprese Video: fare riprese video di esempi di lezioni per un’analisi dopo l’esperienza sarebbe di grande aiuto per la valutazione.


1 I termini ‘studente’ o ‘visitatore’ si riferisce agli insegnanti in formazione od a quelli in servizio che lavorano nel Paese ospitante. Il termine ‘insegnante’ o ‘ospitante’ si riferisce agli insegnanti in servizio che sono nei Paesi in cui sono le classi che ricevono la visita. Salvo indicazione contraria, il termine ‘personale ospitante’ si riferisce alle équipes d’insegnamento dei partner del progetto.

 

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